Ci sono tante teorie sulla disposizione dei libri, tante quanti sono più o meno i volumi che hai deciso di riporre dentro la libreria. Puoi mettere giù i libri per colore, per casa editrice, in ordine alfabetico, per proprietario, per argomento… Ognuno a casa sua ha il proprio, e guai a dimostrare che un modo è meglio di un altro.
In casa mia i libri sono divisi abbastanza arbitrariamente secondo l’elenco dei proprietari e, ovviamente, secondo alcuni macro-argomenti. Ciò significa che là a sinistra ci sono i miei libri, lì quelli di cucina di mamma, là gli Harry Potter e i vari Tolkien, lì sotto i Topolini, là in alto quelli dell’università, là dietro la mia bellissima collezione dei volumi delle Ragazzine.. Non c’è uno schema mentale, visto che ultimamente su alcuni ripiani vige l’anarchia e il “questo l’ho comprato per ultimo e non ho sbatti di trovargli un posto intelligente”. Ma va bene così.
Capita però che io voglia tenere a portata di mano alcuni volumetti. Quelli che voglio sfogliare, quelli a cui sono affezionata, quelli che consulto come se fossero il Libro delle Risposte. Quelli che quando sono triste mi piace tenere fra le mani e aprire a caso, perché c’è sempre qualcosa che mi possono dire; quelli, quindi, che mi fanno fare lo sforzo di andare oltre alle parole.
Visto che sono una persona estremamente pigra – dai, chi ha voglia di arrampicarsi, salire sulla scala, cercare, e soprattutto poi di rimettere a posto?! – ho ricavato, vicino ai quaderni e alle cose che tengo a portata di mano, un posticino per I libri da tenere sulla scrivania. Questi sono i miei.